Commento all’accordo del 1° settembre 1955
Su questo accordo si riporta il riporta il giudizio dei membri di Commissione Interna della F.I.O.M., che è anche indicativo della situazione di divisione esistente tra le organizzazioni sindacali:
“Questo accordo fu firmato immediatamente dopo la campagna di denuncia, condotta dai membri di C.I. eletti nelle liste F.I.O.M., contro l’accordo separato del 18 luglio 1955, che, se applicato integralmente nelle sue clausole più negative, legalizzerebbe alla FIAT il taglio dei tempi.
Questo accordo fu stipulato allo scopo di tentare la rivalorizzazione dei membri di C.I. della C.I.S.L. e della U.I.L., compromessi, di fronte ai lavoratori, dall’accordo del 18 luglio.
L’accordo del 1° settembre è pertanto stato ottenuto in base alle proposte che i membri di C.I. eletti nelle liste F.I.O.M. avevano posto in discussione, in precedenza, fra i lavoratori.
L’accordo del 1° settembre presenta però notevoli lacune, in relazione alle proposte avanzate dalla F.I.O.M.
Infatti, mentre i membri di C.I. eletti nelle liste F.I.O.M. chiedevano l’aumento della base dell’incentivo, (per garantire che l’aumento fosse in ogni caso assicurato e continuativo) e l’aumento del valore del punto, l’accordo del 1° settembre concede solamente un aumento del valore del punto sull’incentivo e sullo scatto del superpremio.
Pertanto, tale aumento non è né stabile né continuativo e, per quanto riguarda il premio di produzione, è annullato praticamente dal taglio dei tempi. Infatti, basti pensare che, precedentemente, con l’incentivo di 0,80 lire per punto, a rendimento 133, l’operaio percepiva lire 50,40; oggi, a rendimento 129, l’operaio percepisce lire 50,10. (Infatti, mentre in precedenza il rendimento medio era, in genere, superiore al 133, oggi, il rendimento è caduto di parecchi punti, proprio a seguito del taglio dei tempi, favorito dall’accordo separato del 18 luglio. Gli aumenti stabiliti dall’accordo del 1° settembre sono perciò solamente teorici).
L’aumento stabilito dall’accordo del 1° settembre può essere quindi difeso solamente se si lotterà adeguatamente contro il taglio dei tempi; la caduta del rendimento a seguito del taglio dei tempi si riflette in modo particolare sul premio di produzione (incentivo) in quanto questo non è legato alla produzione complessiva finale dello stabilimento, ma alla produzione del singolo cottimista.”